Sgridato per aver dimenticato i compiti a casa, studente esce dalla sua cameretta dopo 7 anni di solitudine: “Mi sono sentito umiliato, ora va meglio”
Dopo aver vissuto in isolamento per anni a seguito di un episodio traumatico a scuola, Alessandro, oggi ventenne, ha deciso di raccontare la sua storia di rinascita sociale e personale. Il suo viaggio mette in luce i dolori silenziosi degli hikikomori, un fenomeno ancora poco esplorato in Italia.
Alessandro è diventato un hikikomori in seguito a un incidente in seconda media, quando fu rimproverato aspramente da un’insegnante per aver dimenticato i compiti a casa. Da quel giorno, il mondo esterno divenne una fonte di ansia insopportabile. “Mi sono sentito umiliato”, ricorda a Fanpage, descrivendo come la paura di ulteriori umiliazioni lo abbia spinto a ritirarsi dalla società. Le sue giornate si riducevano a dormire fino al pomeriggio e rifugiarsi nel mondo virtuale di serie TV e giochi online, una routine che durò per anni.
La svolta arrivò con l’incontro di un educatore dedicato, una psicologa e un neuropsichiatra, che lo hanno aiutato a confrontarsi con la sua fobia post traumatica per la scuola. L’educazione domiciliare gli permise di ottenere la licenza media, ma il percorso verso la socializzazione fu costellato di difficoltà. “Ero un fantasma”, spiega Alessandro, riferendosi al suo primo tentativo di ritorno a scuola.
Contrariamente ai pregiudizi comuni sugli hikikomori, Alessandro afferma di amare la compagnia. Durante il suo isolamento, ha trovato conforto e amicizia nel mondo online, che divenne una sorta di ponte sociale verso l’esterno. “Mi piace stare in compagnia, contrariamente a quanto possa sembrare, ma quella era la mia comunità”, spiega.
Grazie al recupero degli anni scolastici, Alessandro ha ottenuto il diploma. La sua storia evidenzia come, con il supporto adeguato, anche chi ha vissuto in isolamento possa trovare la strada verso una vita sociale attiva e soddisfacente.
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7. Stabilire in famiglia le regole sul bullismo I tuoi figli hanno bisogno di sentirti dire in modo esplicito che non è normale o tollerabile per loro di essere bulli, o vittime di bullismo, o di stare fermi a guardare gli altri bambini che sono vittime di bullismo. Accertati che sappiano che se sono vittime di bullismo fisico, verbale, singolo o di gruppo (a scuola, da parenti, nel quartiere, o online) è importante che lo raccontino per avere aiuto. Hanno anche bisogno di sapere cosa è il bullismo (molti bambini non sanno che stanno compiendo atti di bullismo su altri) e che tale comportamento è dannoso per tutti e non è accettabile. Potete aiutare i vostri bambini a trovare altri modi per esercitare il loro potere personale o la loro leadership a scuola; lavorate con loro, con i loro insegnanti e gli altri genitori per attuare un piano di prevenzione e di educazione alla gentilezza a scuola